Ogni tanto, nella vita, capitano incontri che restano. La nostra 4 C SIA

ne ha avuto uno stamattina, nientemeno che con una star nazionale dello sport paralimpico, come la parmigianissima Giulia Ghiretti. L'occasione è stata la presentazione al cinema Astra del suo libro "Sono sempre io", in cui racconta come ha superato le difficoltà che hanno toccato pesantemente la sua vita e quanto impegno e sacrificio sono stati necessari per superarle ed affermarsi come persona e come atleta, perfino in uno sport che, all'inizio, non era il suo.
C'era con lei il giornalista Andrea Del Bue, coautore del volume, il quale ha dato il suo contributo nella narrazione della vicenda umana e sportiva di Giulia.
Dicevamo che ogni tanto capitano incontri che restano. Questo è sicuramente uno di quelli. Quanto coraggio ci vuole per una ragazza che ancora non ha trent'anni e che si è trovata (letteralmente dal mattino alla sera) a passare da una vita iperattiva, con centomila interessi e sempre in movimento, ad affrontare la stasi di una sedia a rotelle a causa di un banale infortunio? Quanti sogni le si saranno infranti tra le dita e in mezzo alle schegge di una colonna vertebrale saltata? Eppure, quanta serenità le si legge oggi in viso quando ci dice che "Sono ancora io", come recita il titolo del suo libro! "Sono ancora io", ci ripete con forza! E pensare che molti di noi ancora non sanno dire nulla di sé e magari si sentono presi da mille dubbi ed incertezze che partono da banalità quotidiane e che, a ben vedere, hanno molto meno peso del dramma capitato a Giulia. Pensiamo a quante lacrime per un'insufficienza, o per una delusione ricevuta da una persona amica... E qui, invece, abbiamo una donna con lo sguardo ancora da bambina che ci dice di prendere le nostre difficoltà e di trasformarle da freno a nuovo motore per un'esistenza diversa e migliore. La sua - dice lei - ha acquistato ancora più senso di quella che faceva prima, e c'è da crederle, perché un volto così non può mentire. 
Ogni volta che si incontra Giulia è un impatto che - con una parola obsoleta ma che andrebbe riscoperta - risulta "edificante", cioè capace di costruire qualcosa di buono dentro di noi. Ad esempio, il fatto che quando ci raccontano che una cosa basta volerla per averla ci stanno dicendo una fandonia grossa come una casa: basta saltare malamente sul tappeto elastico e la vita è cambiata senza che tu lo voglia. Allora a cosa serve la determinazione? Prima di tutto per trovare un senso nella vita, qualunque vita essa sia. Serve a non credere a quello che stanno dicendo oggi a noi ragazzi, cioè di vivere il presente, perché il passato se n'è andato e il futuro non c'è: no, Giulia non ci insegna così. Giulia ci insegna che la vita è sempre un dono, anche quando pare il contrario. La vita merita sempre di essere vissuta. Per vivere bisogna aggrapparsi a valori forti, non alla fama, al successo, al denaro, che oggi ci sono e domani chissà. Per vivere la vita vera non c'è bisogno di sballarsi o di trasgredire: c'è bisogno di guardare la vita con serena serietà, perché è impegnativa, sì, ma solo con l'impegno, la pazienza, la sopportazione e la costanza possiamo costruire il nostro noi.
Grazie, Giulia! La tua lezione di vita valeva davvero l'impegno di questa mattinata.