Si fanno tanti progetti a scuola, spesso interessanti, ma
a volte capita di pensare che per trovare mete degne di attenzione occorra varcare non solo i confini urbani, ma anche quelli regionali e, meglio ancora, quelli nazionali.
Basterebbe invece aprire un po' di più gli occhi per vedere che anche la nostra città offre tantissimi spunti di arricchimento culturale ed esperienziale. Parma non è solo musica, arte e gastronomia, ma cultura a tutto tondo, anche (se non soprattutto) cultura della legalità.
È in quest'ottica che la 4A RIM, guidata dalle proff. Sinatora e Zoni, ha fatto una bella camminata oltre il fiume per recarsi al Comando Provinciale dei Carabinieri di Parma, in quel Parco Ducale un tempo sede d'Arcadia, oggi luogo per passeggiate più o meno romantiche, per fare sport, per incontrarsi, per stare un po' in mezzo alla natura.
La meta ci ha accolto con le sue grandi stanze, i suoi affreschi suggestivi che fanno pensare a quanta ricchezza avesse la nostra città per produrre opere di quel genere. Coloro che, però, ci hanno introdotti davvero nel tema della giornata sono stati il Tenente Colonnello Andrea Pacchiarotti ed il Capitano Tommaso Marizza, con i quali abbiamo discusso di violenza di genere, anche sotto l'onda delle percentuali, purtroppo sempre in crescita, dei femminicidi nel nostro Paese. Le donne, tuttavia, non sono fatte oggetto solo di questa forma di violenza, ma anche di quella sessuale o di quotidiane percosse, minacce, lesioni ed aggressioni, verbali e non.
L'intervento dei due ufficiali dell'Arma fa riflettere: occorre riformare la mentalità di un'intera generazione, perché non corra più il rischio di quelle passate di considerare le donne come oggetto da possedere. Sarebbe bello poter pensare che quel "mia" che si mette di solito accanto alla persona amata, non sia un pronome possessivo, ma diventasse un pronome di dedizione: sei "mia", perché mi prendo cura di te. E viene così da riflettere anche sul ruolo di certe letture che abbiamo fatto a scuola lo scorso anno: in fondo, Dante, lo Stilnovo e la letteratura cortese dovrebbero proprio essere portatori di questo nuovo sentimento. Educarsi ai loro versi non dovrebbe essere solo qualcosa che serve a portare a casa un sei (o più) in pagella e a dire che la si è scampata anche stavolta, ma dovrebbe diventare un modo costante di sentire e vivere i rapporti interpersonali. Se torneremo al Comando dei Carabinieri proveremo a chiedere ai nostri due ciceroni cosa ne pensano loro.
Si è poi parlato in generale del concetto di legalità e, in sostanza, ci pare di poter dire che non basta conoscere i principi fondamentali della nostra Costituzione, ma bisogna viverli ogni giorno; non basta disprezzare l'illegalità o giurare a se stessi che non la compiremo mai: occorre instaurare reti sociali che aiutino tutti a non aver bisogno di uscire dalla legge per realizzare se stessi.
Ed ecco che, grazie a due servitori dello stato, a una passeggiata tra natura e arte in una mattina di primavera, si torna a scuola con un pensiero in più: io non accetterò su di me la violenza e mi farò forza per denunciarla, se mai dovessi subirla; io non commetterò mai violenza, perché l'altro è persona libera e non posso incatenarla, nemmeno se le mie catene sono quelle dell'amore.
Proviamo a pensarci: sarà questo il vero inizio di un mondo migliore?
Se è così, io mi impegno subito...