La classe 3 A RIM ha partecipato alla Conferenza «Il Futuro non si prevede. Si fà. “Cartoline dal futuro”», a cura di Guido Caselli, presso la Camera di Commercio di Parma. L'incontro, che verteva sullo stato di salute dell’economia locale, è stato un racconto dettato dai numeri (tabelle e grafici), ma anche da immagini e parole, col filo conduttore della
crescita economica e della coesione sociale del nostro territorio.
Che stiamo entrando in un mondo non ancora inventato lo vediamo da un dato: il 65% dei ragazzi, quando avrà terminato il percorso formativo, andrà a svolgere un’attività che oggi noi non siamo nemmeno in grado di immaginare. Possiamo leggere questo dato come indice di grande incertezza, ma anche come anticipatore di un futuro ancora tutto da scrivere. Se guardiamo alle professioni richieste dalle imprese italiane per i prossimi cinque anni, troviamo descrizioni e competenze oscure per quasi tutti: per esempio "fog computing" o "growth hacker", tanto per citarne due. Tuttavia si tratta di professionalità assai ricercate dalle nostre imprese, che dunque ci domandano di essere più attenti nel tenere il passo dei cambiamenti in corso.
Le competenze più richieste in Emilia-Romagna per i diplomati sono quelle trasversali (lavorare in gruppo, problem solving, lavorare in autonomia, flessibilità e adattamento), ma anche le cosiddette "competenze green" (risparmio energetico e sostenibilità ambientale), competenze Tecniche (utilizzare linguaggi informatici), competenze digitali (applicare tecnologie 4.0), competenze comunicative (comunicare in italiano e in Lingue straniere).
Caselli prova a spiegare meglio cosa significhi adattarsi ai tempi e porta l'esempio del tennista svedese Bjorn Borg, uno dei fuoriclasse assoluti di quello sport, che si ritirò negli anni Ottanta dopo aver vinto tutto più volte. All'inizio degli anni Novanta decise di riprovarci e tornò in campo, però nel frattempo era cambiato qualcosa: tutti avevano abbandonato la racchetta di legno per passare a quella in grafite. Borg si presentò al torneo di Montecarlo con la sua vecchia racchetta in legno e fu sconfitto pesantemente da un giocatore modesto. Il suo allenatore disse: «Borg è ancora il miglior giocatore al mondo, ma con quella racchetta imprime ai suoi colpi una potenza di almeno il 30% inferiore a quella di chi gioca con le nuove racchette». Borg non si adattò mai alle nuove racchette e dopo qualche altra sconfitta si ritirò definitivamente.
Questo serve a dimostrare che quando entra un fattore abilitante, come la racchetta in grafite, nulla è come prima: chi impara ad utilizzare il nuovo strumento ha un enorme vantaggio competitivo.
In questi anni abbiamo vissuto due "cambi di racchetta", due profonde trasformazioni avvenute con una velocità tale che ci hanno colto impreparati e, come Borg, se scendiamo in campo con la nostra bella racchetta di legno, rischiamo seriamente di essere presi a pallate.
I nuovi fattori abilitanti sono la globalizzazione e la rivoluzione digitale.
L’impresa del futuro dovrebbe dare risposte e soluzioni ai nuovi bisogni della popolazione, impegnarsi nella sostenibilità sociale e ambientale, sostenere le fasce svantaggiate della popolazione.
La conclusione che possiamo trarre noi è molto semplice: a questi compiti saranno chiamati i nostri ragazzi, a cui però non basterà il normale percorso scolastico per essere preparati alle sfide del futuro, soprattutto se la loro preparazione non sarà sostenuta dalla loro curiosità e dal loro desiderio di mantenersi sempre al passo coi tempi. La scuola può fare molto, ma non può fare tutto, specialmente se i ragazzi non ci mettono "del loro".
Elisabetta Giampietri