Il prof. Claudio Giunta, direttore scientifico della manifestazione culturale “La buona battaglia”, che vedrà protagonista la nostra città dal 27 al 29 settembre, ha incontrato i docenti del Melloni e di altre scuole superiori cittadine nell’Aula Magna dell’istituto di viale Maria Luigia.
L’incontro, dal titolo “Parliamo di letteratura col prof. Claudio Giunta”, è servito per confrontarsi tra docenti di lettere sulle criticità e sulle risorse del mestiere di educatore, oggi sempre più all’ordine del giorno tra i problemi della società contemporanea.
È emerso un quadro in cui l’esigenza di svecchiare le programmazioni si accompagna non tanto all’urgenza di nuove metodologie didattiche, quanto soprattutto alla necessità di recuperare la bellezza, i valori e il gusto del dibattito culturale come centro fondante del nostro lavoro.
È vero che esistono i programmi nazionali, i quali vincolano molto la scelta degli argomenti da trattare in classe, ma è possibile cambiare l’approccio: la nozione è importante perché apre la strada alla comprensione di quanto si legge, in modo da poter far risuonare nella propria esperienza personale anche quella di autori molto anteriori a noi. Questo dovrebbe essere il procedimento culturale a cui bisognerebbe tendere nel lavoro di classe, ma che non sempre si può realizzare a causa dei confini ristretti della struttura scolastica attuale.
Alcune domande, infatti, restano ancora senza risposta, come ad esempio il rapporto da un lato tra il percorso di riscoperta di bellezza e di senso e, dall’altro, l’esigenza di dover ridurre ad un numero (cioè al “solito voto”) il possesso delle nozioni da parte degli studenti; questo non agevola la rilettura personale degli argomenti, anzi, spinge i ragazzi a rifugiarsi nell’apprendimento “a memoria”, perché il loro obiettivo primario non sarà quello di misurarsi con un autore o con un’opera, ma sarà evitare il più possibile il rischio di insufficienze. Un altro problema insormontabile è il dover far stare un programma sterminato all’interno di pochissime ore di lezione, spesso inframmezzate da altre attività, la cui utilità non sempre è effettiva o misurabile.
L’incontro è servito anche per un confronto tra il diverso stile di insegnamento/apprendimento tra il mondo delle scuole superiori (come appunto il Melloni) e l’università, ambito dal quale proviene il prof. Giunta. Questo ha permesso di osservare come il dato “tecnico” debba essere prevalente per coloro che diventeranno studiosi specialisti di italianistica e di letteratura, ma non per un ragazzo ancora in formazione come quelli delle superiori, i quali dovrebbero guadagnare l’apprezzamento (se non proprio la passione) per la lettura, che dovrebbe essere il vero scopo dell’educazione letteraria.
Proprio per tutte queste problematicità emerse durante l’incontro, i docenti del Melloni hanno stabilito di instaurare un filo diretto col prof. Giunta e con la sua equipe di lavoro, quella con cui egli ha realizzato il manuale scolastico in adozione da quest’anno. L’intenzione del “gemellaggio” è quella di far entrare l’esperienza del quotidiano lavoro scolastico nel libro di testo, affinché questo possa adattarsi sempre meglio alle esigenze pratiche della normale operabilità, ma non perda il suo valore di stimolo verso orizzonti didattici nuovi, in cui il centro sia la bellezza delle cose che facciamo.
Forse è questa la vera buona battaglia della scuola.